I bambini abbandonati nell' 800

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Storie di vita:

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MAGGIARI TECLA:

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Maggiari Tecla nasce il 3 aprile 1855 a Verona, figlia di ignoto e Vaccari Luigia di Vicenza la quale sarà proprio lei a depositarla, con una lettera accompagnatoria, nella ruota di Verona in quanto senza le risorse economiche sufficienti al mantenimento della figlia. La neonata entra nell’Ospizio degli Esposti di Verona il giorno seguente alla sua nascita, ovvero il 4 aprile alle ore 16.00 e in quello stesso giorno viene battezzata. Secondo l’art.11 “del vigente Statuto Organico” che “stabilisce cessare ogni soccorso agli Esposti col raggiungimento del loro 15° anno di età, e dover essi non appena raggiunta l’età esser licenziati” ma Tecla essendo inabile a qualsiasi tipo di lavoro proficuo, non è in grado di provvedere a sé stessa. Successivamente, dai documenti risulta che l’Amministrazione del Brefotrofio ha cercato di poter collocarla in un Asilo di Inabili, ma inutilmente. Il Municipio sostiene di non esser tenuto alla spesa, sia per ragioni di bilancio, sia perché non ritiene obbligatoria per i Comuni l’assistenza agli inabili così il Brefotrofio, senza un provvedimento dell’Autorità Superiore non può ottenere un collocamento gratuito ma comunque consiglia di non abbandonarla in balia di se stessa, licenziandola. Il consiglio d’Amministrazione si rivolge allora al Ministro dell’Interno pregando che Maggiari Tecla possa esser collocata in un asilo a carico del Comune di Verona. Inoltre il Ricovero per donne a S. Giovanni Lupatoto sembra disposto ad accogliere le “trovatelle” per la retta di una lira al giorno.

Percorso di vita di Tecla, come risulta dai documenti: Nel 1855 viene consegnata a due coniugi “allevatori” di Verona Il 18 ottobre 1859 torna nell’istituto. Il 2 aprile 1860 viene consegnata ai coniugi De Gregori Anna e Bescato Luigi di Albaredo. Il 21 luglio 1873 torna in istituto. Il 18 ottobre 1873 viene collocata presso De Carli Teresa. Il 17 gennaio 1874 torna in istituto. Il 3 settembre 1874 viene collocata presso Bagolini nella parrocchia dei Filippini a Verona. Il 21 ottobre 1874 torna in istituto. Il 2 novembre 1876 viene affidata in custodia ai coniugi Sirazoli Domenico e Gavelli Merge. Il 16 aprile 1877 torna in istituto. Il 26 agosto 1881 la madre Vaccari Lucia e il marito Bertani Giacomo chiedono notizie all’Ospizio degli Esposti.

L’8 aprile 1913 Maggiari Tecla ormai 58enne, viene visitata in quanto affetta da una grave arteriosclerosi generalizzata e considerata inabile a qualsiasi tipo di lavoro. Tecla entra nel ricovero per donne a S. Giovanni Lupatoto il 24 luglio 1913 su richiesta del Ministro Segretario di Stato per gli Affari Esteri dell’Interno che scrisse “veduti gli atti riguardanti il ricovero dell’inabile Maggiari Tecla; considerato che, secondo le risultanze degli atti scritti, l’inabile stessa trovasi in stato di miserabilità e di abbandono, mentre è incapace al lavoro proficuo, ordino il ricovero dell’indicata nell’Ospizio di S. Giovanni Lupatoto, verso la retta giornaliera di lire una con decorrenza dalla data dell’ammissione “. Ma secondo un certificato dell’Agenzia delle Imposte Dirette e del Catasto risalente al 24 aprile 1913, Tecla risulta non iscritta all’agenzia delle imposte in quanto non in grado di sostenere le spese di qualsiasi giudizio essendo povera quindi neanche la retta dell’Ospizio di S. Giovanni Lupatoto, di conseguenza sarà a carico del Comune di Verona.

(Sofia Albano)

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FORTUNATA, ALESSANDRO, VIRGINIA:

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Eustocchio Fortunata nasce il 5 dicembre 1878 a Villafranca di Verona, il 28 dicembre l’Ospizio comunica che verrà collocata presso una famiglia di allevatori, il 29 dicembre 1878 viene consegnata a Bongiovanni Bortolo e alla moglie Maria che provvederà anche ad allattarla. Fortunata ritornerà in ospizio il 23 dicembre 1880 su richiesta della nutrice Maria moglie di Bortolo Bongiovanni residenti a Creazzo poichè ritiene esaurito il suo compito. L’illegittimo Gettini Alessandro nasce il 22 dicembre 1879 in provincia di Verona, figlio di ignoti, ed entra nell’Istituto degli Esposti di Verona il 23 dicembre dello stesso anno. Viene poi affidato ad una famiglia il 1 gennaio 1880 agli allevatori Salvatore Gennari e Maria Salvaro, ai quali il 28 giugno 1886 veniva affidata anche l’esposta Vizzolati Virginia nata il 10 giugno 1886. Ai coniugi Ligabò Ermenegildo ed Agnolini Giuditta viene invece affidata il 25 gennaio 1881 l’esposta Eustocchio Fortunata. ,Tutte e due le famiglie allevanti abitano sotto il comune di Ronco all’Adige e sono tutte e due povere e intenzionate dopo alcuni anni dall’affido dei bambini, a cercare fortuna e una miglior vita emigrando in America. Da una richiesta all’ospizio dal Municipio di Ronco all’Adige del 29 luglio 1891 sappiamo che entrambe le famiglie volevano emigrare in America con i rispettivi “trovatelli”, in particolare i coniugi Ligabò e figlia volevano andare a San Paolo, in Brasile. Il 5 agosto 1891 viene dato l’assenso per far emigrare Fortunata di anni 12, con la famiglia allevante Ligabò Ermenegildo e Agnolini Giuditta dopo che questi si erano impegnati di mantenere ed educare l’esposta e dopo l’assenso a partire dato dalla stessa Fortunata. Purtroppo non abbiamo notizie sicure della partenza di Alessandro che ha 11 anni e Virginia che ne ha 5, in quanto gli ultimi documenti di cui abbiamo notizia spiegano solamente che entrambe le famiglie si impegneranno ad accudire ed educare i rispettivi affidati “trovatelli” anche una volta emigrati e assicurano, con conferma certificata dei bambini, che questi si trovano bene con le famiglie allevanti. Per Alessandro, opportunamente interrogato, c’è anche una dichiarazione di essere contento di partire. La famiglia allevante di Alessandro, Gennaro Salvatore e Salvaro Maria, si rende anche disponibile a rinunciare per sempre a qualsiasi compenso per gli esposti affidati. Nella seduta del 5 agosto 1891 in cui si dà l’assenso per l’espatrio di Fortunata si fa riferimento al numero d’ufficio di un documento allegato all’esposto Gettini Alessandro. E’ comunque utile rilevare che il Municipio stesso di Ronco avverte che "Detti allevatori partirebbero alla ventura senza stabile destinazione, allietati soltanto dalla gratuità del viaggio perché poveri dei mezzi necessari".

Nel documento risalente al 5 agosto 1891 del Consiglio di Tutela si approva, però, solo l'autorizzazione a emigrare ad Eustocchio Fortunata con i propri allevatori, per l'America. In questo documento si comunica anche che è "unito agli atti relativi all’ esposto Gettini Alessandro". Non si hanno più notizie però sulla partenza della famiglia Gennari.

Secondo noi anche quest'ultima famiglia alla fine è riuscita ad emigrare, magari solo con Alessandro senza la troppo piccola Virginia. Con il passare del tempo alcuni documenti potrebbero essere stati inseriti in altra documentazione successiva e quindi non si hanno più notizie di Alessandro, di Virginia e della famiglia a cui erano stati affidati.

Percorsi di vita di Fortunata, Alessandro e Virginia come risulta dai documenti:

(Erica Donatoni, Niccolò Franceschetti, Lara Sandri)

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FTURATTI GASPARE

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Turatti Gaspare nasce l'8 gennaio 1867, solo pochi giorni dopo la sua nascita, esattamente il 10 gennaio dello stesso anno, entra nell'Ospizio degli Esposti con il nome di Gaspare Vecchiardi, figlio di ignoti. Gaspare viene trovato nella ruota “involto in una camicina di tela, due pannicelli uno coll’ iniziali B:S, cuffia in cotone a maglia e fascia di canapa bianca”. Ha con sé il filo fede, ossia l'unica cosa che permetterà in futuro alla sua famiglia o genitore di riconoscerlo, ipotizzato il caso che lo voglia, e riprenderlo con sé; si tratta di “mezza medaglia di ottone che rappresenta la Concezione con cordoncino di seta verde posto in filo unitamente alla fede del battesimo”.

La vita di Gaspare non fu sicuramente facile, passò infatti da famiglia in famiglia di allevatori diversi. A pochi mesi di vita, Gaspare viene affidato, il 17 febbraio 1867 alla nutrice Castagnaro Angela e al marito Meneghetti Luciano della parrocchia del Comune di Brendola. Nell'ottobre dello stesso anno passò ad un’altra famiglia del Comune di Brendola: Targa Angela e Franceschetti Girolamo dove restò fino al 1876. A 9 anni (1876), infatti si trasferì a Lonigo, dove rimase fino all'età di 15 anni quando si spostò nel comune di Sarego nel 1882.

Risale al 1882 una lettera scritta dal Cappellano della Colonia Conte d'Eu-Linea Figueira de Mello, dove arrivano le prime informazioni riguardanti il vero padre di Gaspare. Il Cappellano spiega infatti che il motivo dell'abbandono si lega ad una situazione di povertà dei genitori: “Si fa fede da me sottoscritto Cappellano della Linea Figueira de Mello della Colonia Conte d’Eu, che il colonista di questa Linea, Domenico Turatti è povero, privo di ogni sostanza e per menare innanzi la vita deve aggiungere al continuato lavoro la industria. Si pregano quindi le autorità alle quali viene presentata questa fede, di avere tutta la compassione possibile.” Ma già nel 1880, il 29 luglio, era arrivata al direttore dell’Ospizio, Agostini, una lettera autografa dal Brasile di Turatti Domenico, dichiarante di vivere a S. Pedro Rio Grande do Sul in Brasile e di essere in grado finalmente di provvedere alla sua prole “abbandonata nel mondo”, e di volere quindi riavere suo figlio che, secondo la sua volontà, dovrà essere consegnato a una parente detta Rosa Bresciani di S. Zenone di Villafranca. Documenta dettagliatamente l’esposizione del figlio e tutta la dotazione posseduta compreso il filo fede. Ma il filo fede dichiarato non corrisponde, nè il metallo della medaglietta dichiarata nè l’immagine raffigurata. Forse è anche per questo che nonostante la ripetuta richiesta del 18 settembre 1880 fatta dalla parente del Turati Domenico, Rosa Bresciani di ritirare l’esposto consegnato all’Ospizio il 10 gennaio 1867, la richiesta non verrà accolta .... si prende tempo e nel frattempo ci si informa. Il 2 febbraio 1881 arriva, scritta dal cappellano della Colonia in Brasile, dove risiede il Turati Domenico, una fede di povertà dello stesso. Ma Domenico dal Brasile continua nel suo proposito di riavere il figlio abbandonato con sé, nonostante povero, con una famiglia composta di 6 persone e analfabeta per di più. Chi gli ha scritto quella bella lettera gentile e sincera nel 1880, quando tutte le pratiche successive che firmerà saranno contrassegnate da una croce tremolante in sostituzione della firma? Il 14 agosto 1884 dalla Colonia Linea Figuera de Mello perviene la richiesta del colono Domenico Turati di recarsi in Europa per condurre in Brasile il figlio, chiederà anche all’Istituto quale nome sia stato imposto al figlio, che lui avrebbe voluto si chiamasse Domenico Giuseppe (11 ottobre 1884). Il 12 ottobre 1884 fu per Gaspare sicuramente un giorno importante, decisivo per la sua vita futura, ha 17 anni e una vita davanti a sé. E' infatti questa la data, come comunica l'Ufficio Municipale di Sarego, in cui per la prima volta il padre di Gaspare, Turatti Domenico, lo contatta. Già il Municipio di Verona ne ha attestato il riconoscimento: Vecchiardi Gaspare è ora Turati Gaspare figlio di Domenico. Così, successivamente, Domenico si reca al municipio di Sarego per poter incontrare il figlio Gaspare e i rispettivi allevatori. Gaspare prende allora una decisione molto forte e determinata, decide di rimanere a Sarego, forse la rabbia di essere stato abbandonato dalla sua vera famiglia influisce nella sua scelta, o forse nella sua nuova famiglia e in quel paese si trova bene... ma questo possiamo solo ipotizzarlo dato che non abbiamo dati certi dei motivi di questa decisione. Sappiamo, dal Processo Verbale compilato dal Comune di Sarego, dell’ostinata decisione dichiarata davanti a testimoni, di Gaspare, oramai 17enne, nonostante gli siano stati comunicati i suoi doveri di figlio nei confronti del padre, di voler rimanere a Serego presso i suoi allevatori La consegna al padre viene quindi registrata dall'Ospizio come virtualmente avvenuta. Il 25 ottobre 1884 viene registrato, con atto notarile il riconoscimento dell’esposto. Sappiamo che nel 1895, dopo 11 anni da quella data, al Comune di Sarego viene trasmessa su sua richiesta con certificato accompagnatorio di povertà, la fede natale di Gaspare Turati, legalmente riconosciuto, esentato dal pagamento di bolli e tasse per questa certificazione: Gaspare è rimasto povero ed è ancora residente nel Comune di Sarego.

Percorsi di vita documentati di Turati Gaspare

(Giada Argenta)

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UMANETTI CATERINA ELISA

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Come si evince dal registro numero XX dell’anno 1880 l’esposta Umanetti Caterina Elisa nasce il 7 novembre 1880 a Verona, da ignoti, ed è stata trasferita nell’ospizio degli Esposti di Verona lo stesso giorno in cui è nata. L’esposta è stata data per essere allevata, a pagamento, per la prima volta il 28 gennaio del 1881, dai coniugi Zatto Barbara e Vicentini Carlo residenti nel comune di Bonavigo. Il 20 dicembre del 1882 i coniugi Zatto Barbara e Vicentini Carlo decidono di restituire la bambina all’ospizio in cui risiedeva subito dopo la nascita, successivamente gli ex-allevatori propongono ai coniugi Pizzini e Berni di allevare la bambina in quanto si trovavano in condizioni economiche migliori; così sono iniziate le pratiche per trasferire l’esposta presso la nuova famiglia. Il primo gennaio 1883 la bambina viene ufficialmente allevata dai coniugi Pizzini e Berni. Il 3 settembre del 1891 la famiglia affidataria fa richiesta di emigrare in America nel mese di ottobre, per questo motivo l’ospizio avvia le indagini per verificare l’eventuale obbligo da parte dei coniugi nei confronti della bambina; viene verificato che anche la bambina desidera e acconsente di emigrare in America con i suoi allevatori. Dopo le diverse pratiche l’ospizio acconsente l’emigrazione per il Brasile dell’esposta, e il giorno 6 novembre del 1891 la famiglia emigra, come conferma il comune di Bonavigo.

Percorso di vita di Caterina Elisa attraverso i documenti:

Sabato 16 aprile 2016 all’Archivio di Stato di Verona, leggendo alcuni dei registri sugli esposti del XIX° secolo, abbiamo trovato una storia che ci ha incuriosito a causa dei molteplici affidi della bambina: Libro XVIII maschi/femmine 1878 - Busta VI - N°104

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CAROLINI CAROLINA

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Presunta data di nascita: 18 aprile 1878 Ingresso in Istituto: 20 aprile 1878 Provenienza: Sanguinetto Affidi: 6 L’esposta fu affidata il 30 aprile del 1878 a Carollo Cristina (sua balia) e a Giacomo Capozza nel comune di Calvene e ci rimase per sette anni. L’esposta all’età di 7 anni fu affidata il 1 luglio 1884 a Rossi Domenico e Marini Anna del comune vicentino. L’esposta sembra si trovi bene dai propri affidatari, è ben custodita e ben trattata (secondo il sindaco del paese).

L’ 8 Maggio 1885 Carollo Cristina scrive una lettera all’Istituto degli Esposti di Verona dove denuncia gli attuali affidatari ( Marini e Rossi) sostenendo “che la Marini nè sapresta a mandarla a schuola.. tenuta lacera e sporca che inorridisce poverina a vederla”. L’affidatario Rossi Domenico è affetto da mielite spinale da circa 4 anni perciò la prima tenutaria (Carollo Cristina), anche per questo motivo, chiede, il 26 Maggio 1885 all’Ospizio di riaverla, teme che non sia ben trattata e custodita in quanto Carolina ha uno sviluppo “gracile e meschino”. Ma i coniugi Carollo e Capozza non dispongono di sufficienti mezzi di sussistenza per mantenere Carolina e hanno già sei figli, perciò Carolina ritorna in Ospizio su invito del sindaco Marolla di Calvene, comunicato tramite una lettera. Il 30 Luglio 1885 Marini Anna chiede all’Ospizio di riavere la custodia di Carolina, nella lettera di richiesta, afferma che Carollo Cristina ha dichiarato il falso nella dichiarazione fatta l’8 Maggio 1885 e inoltre sostiene che Carolina vada regolarmente a scuola e che quanto dichiarato può essere confermato e verificato dal sindaco e dal parroco del paese. Il 12 Luglio 1885 il medico dichiara, attraverso un referto medico, che la malattia di Rossi Domenico non è contagiosa perciò la bambina può ritornare da loro. Il 27 Settembre 1885 gli attuali affidatari (contadini) si trovano in buone condizioni economiche. Carolina “lavora nei campi, si occupa delle faccende domestiche o custodisce gli animali”.Il 9 maggio 1889 Carolina ha 11 anni. Il sindaco, insieme al parroco del luogo, scrivono sul libretto dell’esposta che sarebbe meglio per lei che tornasse dalla prima balia Cristina, ma la Direzione d’ufficio chiede l’autorizzazione all’ospizio perché “non è una buona cosa che la trovatella cambi famiglia a quell’età” (a quell’epoca i bambini superata l’età di 9 anni, non potevano più cambiare famiglia). Il 1 Giugno 1889 il passaggio viene negato in quanto i primi affidatari non dispongono di mezzi di sussistenza. Tuttavia Carolina torna per sua scelta dalla balia, alla quale è particolarmente legata, perché dichiara di non trovarsi bene con i coniugi Rossi e Marini. L’esposta all’età di 13 anni viene affidata il 21 luglio 1889 a Segalla Cristina e Binotto Antonio, parenti di Capozza e Carollo, nella provincia di Vicenza i quali avevano una figlia e lì rimase per due anni. In quel periodo gli affidatari la mandano a lavorare nella cartiera Nodari, del luogo, come operaia e il 6 dicembre 1889, durante il lavoro, rimase impigliata in un ingranaggio riportando molte e gravissime ferite in più parti del corpo. Viene subito ricoverata d’urgenza nella sala di chirurgia nell’ospedale di Thiene in provincia di Vicenza. Dal referto medico “si rilevano due vaste lesioni al torace sinistro e all’addome e due vaste lesioni traumatiche alla cute che erano di forma quadrangolare, estese di 20 cm circa e profonde. La ragazzina dimostrava una costituzione fisica piuttosto debole, di temperamento linfatico tendente ai catarri intestinali e febbri serotine. Si rilevano pallide e vitree ferite tendenti alla cicatrizzazione e risalenti a prima del tragico evento”. Il 13 febbraio 1890, dopo più di due mesi di ricovero, le condizioni di Carolina erano ancora critiche tanto che il medico non si sentiva di fare un pronostico né sulla guarigione delle ferite né sulla vita della ragazzina. Il 1 maggio 1890 l’Ospedale comunica all’Ospizio che, grazie ad antibiotici e a preparati, le condizioni locali e generali di Carolina vanno migliorando (le ferite si stanno rimarginando) e secondo il medico se continuerà così migliorerà, ma non si può ancora stabilire il tempo necessario per una completa guarigione. Il 23 giugno 1890 l’Ospedale comunica all’Ospizio che Carolina è quasi guarita ed è quindi possibile fare ritorno a Verona, nell’Istituto, come da sua espressa richiesta. Il 28 Giugno 1890 l’Ospizio dichiara di non acconsentire che la ragazzina ritorni presso gli ultimi affidatari, che nel frattempo si erano recati in Ospedale per portarsela via, ma senza successo. Il 19 Agosto 1890 la ragazzina torna in Istituto accompagnata da un’infermiera, dopo 8 mesi di ricovero. Il 10 Luglio 1891, all’età di 14 anni, viene affidata a Tacconi Maria, una signora anziana che però poco dopo si ammala e per questo deve fare ritorno in Istituto. Il 13 Agosto 1891 viene affidata ai coniugi Melotti Giovanni e Amalia, residenti a Verona e pare chiudersi qui il lungo travaglio di Carolina.

Percorso di vita secondo i documenti letti: